POESIE E ALTRI RACCONTI

L'APE OPEROSA
Franci-Mangi, ape operosa, ma sempre sfinita dal troppo lavoro, un giorno decise che avrebbe studiato per altri lunghi quattro anni per conquistare l'alveare della cardiologia, quello ricco di cuori mielosi e tachicardici.
Lavorava senza sosta, insieme alle altri api della colonia del pronto soccorso, grande alveare, che sfornava ogni giorno tanti pollinosi pazienti in preda a dolore toracico. 
D'inverno pativa il freddo e d'estate il caldo.
Aveva l'agenda piena d'impegni e pollini, tanto che starnutiva per l'allergia.
Nel suo tempo libero costruiva delle magnifiche torte per i suoi amici Valerio Volpe, il castoro Carlo, Piero il tigrotto e Milena la tigre.
Finalmente il giorno della specializzazione era arrivato e l'ape operosa era adrenergica più che mai. Sfornava torte e ciambelle di ogni tipo, ad ogni ora della giornata.
Volava in continuazione da un fiore all'altro alla ricerca di altro miele da aggiungere alle sue torte. 
I suoi coinquilini erano diventati ghiotti di miele e crescevano  a vista d'occhio. La tensione le faceva sbattere le ali velocemente, ma nonostante tutto ricordava quella frase  che il grande orso le aveva detto tempo prima:
"Provate un pò a pensare in grande ed abbiate il coraggio di chiedere la luna"

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UGO IL CAVALIER PRECARIO

Ugo sbadiglia tutto il giorno
e di notte al confino
nel suo letto, abbraccia il suo cuscino,
obiettando al buongiorno.
Urla nel sogno confuso,  le sue ragioni,
ma gli si oppongono le congregazioni.
Inizia da solo il suo contenzioso,
l’unico dei concorrenti coscienzioso.
La corteccia di questo albero forte ed alto cerca di scalare,
mentre i sordi stanno a guardare.
Ugo il cavalier precario,  sorride al cospetto del nobile avido,
ma il suo animo abbrustolisce nel duello, madido.
Spossato ed appesantito dalla sua armatura, prega in cattedrale
per il funebre  declinare del nobile.  
Promesse elettorali gli vengono concesse
Ma appaiono ai concorrenti  certamente ortodosse.  

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